Corsetta Collinas-Villanovaforru-Collinas
Fatta con scarponi antiinfortunistici e marsupio per tenere lo smartphone per tracciare il percorso.
Ragionamenti correndo in Marmilla:
Inizio la corsa e dopo mezzo Km mi vedo un B&B talmente a corto di clienti da avere l'insegna con lettere mancanti.
Un altro mezzo Km più avanti un ex albergo che è diventato un luogo di concentramento di immigrati.
La cazzata dello sviluppo tramite il turismo da queste parti ha avuto un certo successo nel convincere le persone a investire i fondi statali in strutture turistiche. L'insuccesso, quello annunciato di questa politica, è tutto scritto in questi paesaggi dove avrò incontrato si e no una macchina ogni 10 minuti.
Davvero sti rincoglioniti erano convinti che il turismo avrebbe guidato lo sviluppo e di riflesso ne sarebbero stati beneficiari loro. Ma secondo te se c'è margine di profitto lo lasciano a te? Ti sembra un caso che le uniche zone sarde dove il turismo tira forte se le sono privatizzate e vendute all'Aga Khan? Era ovvio che era una spartizione di fondi publici tra clientele, alcune delle quali, immischiate in loschi ambienti massonici, gente che se gli stringi la mano dopo devi lavarla con l'acido muriatico.
La scarsa densità di popolazione è il freno maggiore dell'ex provincia del Medio Campidano, il mercato interno è scarsissimo ed i consumi sono molto legati a impieghi statali e pensioni.
L'artiginato è necessariamente destinato a scarsi profitti. La zona è difficilmente raggiungibile dai servizi logistici e già questi vanno a tagliare profitti che vengono ridotti ulteriormente dallo stesso processo necessario allo smercio dei prodotti.
La pastorizia dal lato tecnico incontra sempre più difficoltà specie nei periodi estivi per i rifornimenti di acqua. Sul lato della catena che porta dal produttore al consumatore le vicende dei pastori sono in questo periodo abbastanza note e ciò che Lenin ne "L'imperialismo" descriveva in scala maggiore sulle corporations riguardo cartelli e controllo del mercato avviene nei loro confronti e mantiene questo settore della piccola borghesia proprio come il proletariato descritto da Marx nell'800 : vive col valore che gli consente di riprodursi e di non ribellarsi troppo violentemente.
Anche si attuasse un piano di investimenti sul piccolo artigianato sarebbe destinato ad essere un fuoco di paglia vista la concorrenza di aziende stile Amazon che viste le dimensioni riduce i costi di produzione e scalza dai settori profittevoli del mercato i concorrrenti.
Questo porta molte persone a prendersela con un certo tipo di porgresso pavendando soluzioni reazionarie come la Phroudoniana società dei piccoli produttori. L'analisi marxista e la storia di questi ultimi 3 secoli dimostra che la piccola produzione è solo una fase transitoria verso il capitalismo monopolistico se alla guida della società vi sono settori privati.
L'unica svolta possibile per una zona simile è legata alla guida proletaria dello stato ed ad una pianificazione dei settori strategici con conseguente nazionalizzazione. Nazionalizzazione non della piccola impresa come nei luoghi comuni. Ovviamente si parla di nazionalizzazione dei settori strategici come il primario, l'energia, le infrastrutture, la distibuzione e la logistica della produzione, etc...
I piani quinquennali consentirebbero oltre alla maggiore efficenza della grande impresa, anche la maggiore produttività e rendimento delle piccole attività come l'artigianato del legno o dei metalli, dell'alimentare, del turistico.
Se il pastore o l'artigiano hanno un prezzo ridotto dell'elettricità o del carburante, come sarebbe se i settori venissero nazionalizzati e sottratti alla logica del profitto massimo possibile e della concorrenza in questo senso, allora il suo prodotto è vendibile a prezzo minore ed anche lui ha un margine di profitto maggiore. La diminuzione dei prezzi delle merci di consumo aumenterebbe la produzione ed il mercato pianificato garantirebbe la stabilità che permette di investire a lungo termine.
Una politica simile può avvenire solo con un blocco sociale composto da borghesia nazionale, piccola borghesia e proletariato. Ma solo quest'ultimo potrebbe guidare delle politiche simili. La logica del profitto massimo possibile dei settori privati non consentirebbe una pianificazione e gestione dei settori nazionalizzati perché queste classi per loro natura danno la preminenza al profitto piuttosto che allo sviluppo delle forze produttive. Preferirebbero lucrare privatizzando e tornare alla solita prassi. Solo il proletariato ha l'interesse e la capacità di guidare le forze produttive in maniera scientifica.
Puoi convincere le masse popolari che costituiscono l'enorme maggioranza di una cosa così semplice ma allo stesso tempo così lontana dal sentire comune? Non certo a breve termine.
La borghesia possiede i mezzi di produzione ideologica: TV giornali, testate web, intellettuali formalmente "liberi", etc..
L'interesse della borghesia, che ad oggi è la classe dominante, a continuare a dominare spinge essa a scoraggiare le interpretazioni scientifiche della realtà. Ed anche se la scienza ha sempre più peso delle vecchie concezioni resta vincolata alla sua concezione metafisica che la considera elemento separato dalla società e dalla sua regolamentazione e guida.
Da parte mie resto legato all'assunto leniniano "i fatti hanno la testa dura" e porto come esempio una nazione dove queste politiche che gran parte delle persone non riescono nemmeno a concepire viene attuata. In Cina i redditi di proletariato e piccola borghesia aumentano costantemente da 40 anni sotto la guida del Partito comunista Cinese, in Vietnam idem.
Torno a casa e mi peso per capire se sono lento di natura o posso usare la scusa del "sono molto pesante".
Peso 81,7Kg
Da oggi mi metto all'ingrasso.
Fatta con scarponi antiinfortunistici e marsupio per tenere lo smartphone per tracciare il percorso.
Ragionamenti correndo in Marmilla:
Inizio la corsa e dopo mezzo Km mi vedo un B&B talmente a corto di clienti da avere l'insegna con lettere mancanti.
Un altro mezzo Km più avanti un ex albergo che è diventato un luogo di concentramento di immigrati.
La cazzata dello sviluppo tramite il turismo da queste parti ha avuto un certo successo nel convincere le persone a investire i fondi statali in strutture turistiche. L'insuccesso, quello annunciato di questa politica, è tutto scritto in questi paesaggi dove avrò incontrato si e no una macchina ogni 10 minuti.
Davvero sti rincoglioniti erano convinti che il turismo avrebbe guidato lo sviluppo e di riflesso ne sarebbero stati beneficiari loro. Ma secondo te se c'è margine di profitto lo lasciano a te? Ti sembra un caso che le uniche zone sarde dove il turismo tira forte se le sono privatizzate e vendute all'Aga Khan? Era ovvio che era una spartizione di fondi publici tra clientele, alcune delle quali, immischiate in loschi ambienti massonici, gente che se gli stringi la mano dopo devi lavarla con l'acido muriatico.
La scarsa densità di popolazione è il freno maggiore dell'ex provincia del Medio Campidano, il mercato interno è scarsissimo ed i consumi sono molto legati a impieghi statali e pensioni.
L'artiginato è necessariamente destinato a scarsi profitti. La zona è difficilmente raggiungibile dai servizi logistici e già questi vanno a tagliare profitti che vengono ridotti ulteriormente dallo stesso processo necessario allo smercio dei prodotti.
La pastorizia dal lato tecnico incontra sempre più difficoltà specie nei periodi estivi per i rifornimenti di acqua. Sul lato della catena che porta dal produttore al consumatore le vicende dei pastori sono in questo periodo abbastanza note e ciò che Lenin ne "L'imperialismo" descriveva in scala maggiore sulle corporations riguardo cartelli e controllo del mercato avviene nei loro confronti e mantiene questo settore della piccola borghesia proprio come il proletariato descritto da Marx nell'800 : vive col valore che gli consente di riprodursi e di non ribellarsi troppo violentemente.
Anche si attuasse un piano di investimenti sul piccolo artigianato sarebbe destinato ad essere un fuoco di paglia vista la concorrenza di aziende stile Amazon che viste le dimensioni riduce i costi di produzione e scalza dai settori profittevoli del mercato i concorrrenti.
Questo porta molte persone a prendersela con un certo tipo di porgresso pavendando soluzioni reazionarie come la Phroudoniana società dei piccoli produttori. L'analisi marxista e la storia di questi ultimi 3 secoli dimostra che la piccola produzione è solo una fase transitoria verso il capitalismo monopolistico se alla guida della società vi sono settori privati.
L'unica svolta possibile per una zona simile è legata alla guida proletaria dello stato ed ad una pianificazione dei settori strategici con conseguente nazionalizzazione. Nazionalizzazione non della piccola impresa come nei luoghi comuni. Ovviamente si parla di nazionalizzazione dei settori strategici come il primario, l'energia, le infrastrutture, la distibuzione e la logistica della produzione, etc...
I piani quinquennali consentirebbero oltre alla maggiore efficenza della grande impresa, anche la maggiore produttività e rendimento delle piccole attività come l'artigianato del legno o dei metalli, dell'alimentare, del turistico.
Se il pastore o l'artigiano hanno un prezzo ridotto dell'elettricità o del carburante, come sarebbe se i settori venissero nazionalizzati e sottratti alla logica del profitto massimo possibile e della concorrenza in questo senso, allora il suo prodotto è vendibile a prezzo minore ed anche lui ha un margine di profitto maggiore. La diminuzione dei prezzi delle merci di consumo aumenterebbe la produzione ed il mercato pianificato garantirebbe la stabilità che permette di investire a lungo termine.
Una politica simile può avvenire solo con un blocco sociale composto da borghesia nazionale, piccola borghesia e proletariato. Ma solo quest'ultimo potrebbe guidare delle politiche simili. La logica del profitto massimo possibile dei settori privati non consentirebbe una pianificazione e gestione dei settori nazionalizzati perché queste classi per loro natura danno la preminenza al profitto piuttosto che allo sviluppo delle forze produttive. Preferirebbero lucrare privatizzando e tornare alla solita prassi. Solo il proletariato ha l'interesse e la capacità di guidare le forze produttive in maniera scientifica.
Puoi convincere le masse popolari che costituiscono l'enorme maggioranza di una cosa così semplice ma allo stesso tempo così lontana dal sentire comune? Non certo a breve termine.
La borghesia possiede i mezzi di produzione ideologica: TV giornali, testate web, intellettuali formalmente "liberi", etc..
L'interesse della borghesia, che ad oggi è la classe dominante, a continuare a dominare spinge essa a scoraggiare le interpretazioni scientifiche della realtà. Ed anche se la scienza ha sempre più peso delle vecchie concezioni resta vincolata alla sua concezione metafisica che la considera elemento separato dalla società e dalla sua regolamentazione e guida.
Da parte mie resto legato all'assunto leniniano "i fatti hanno la testa dura" e porto come esempio una nazione dove queste politiche che gran parte delle persone non riescono nemmeno a concepire viene attuata. In Cina i redditi di proletariato e piccola borghesia aumentano costantemente da 40 anni sotto la guida del Partito comunista Cinese, in Vietnam idem.
Torno a casa e mi peso per capire se sono lento di natura o posso usare la scusa del "sono molto pesante".
Peso 81,7Kg
Da oggi mi metto all'ingrasso.


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