Ho da poco cambiato compagnia telefonica.
Sono passato da una famosa compagnia telefonica presente nel mercato italiano da almeno vent'anni ad una da poco comparsa sulla scena.
Quella nuova mi offriva gli stessi servizi della precedente ma ad un terzo del suo prezzo.
Dopo pochi giorni la compagnia con cui stavo precedentemente mi offre di tornare ad usufruire i suoi servizi per un offerta che è quasi uguale a quella della nuova compagnia.
Naturalmente preferisco premiare chi offre servizi ad un prezzo migliore, non chi te li offre sono se cambi compagnia e prima, invece, ti fa pagare il triplo.
Il monopolio mediatico che controlla l'informazione in Italia e nei paesi dove viene lasciatà a queste imprese di penetrare nel mondo dell'informazione pubblica da decenni ha sempre parlato, e continua a farlo, di una società, la nostra, dove i diritti del cittadino sarebbero garantiti dal "libero mercato". Ovvero dalle grandi imprese di proprietà privata, dalla loro possibilità di fare ciò che vogliono nel mercato nazionale, dal loro diritto di gestire settori dell'economia nazionale anche molto importanti, come per esempio le autostrade.
Ma il libero mercato consente un aumento dei diritti del cittadino o un aumento di quelli dei grandi imprenditori?
Se delle imprese che hanno avuto sul mercato italiano il monopolio dell'offerta di una determinata merce o servizio, ciò che gli italiani pagano loro non è solo il pagamento del costo delle merci o servizi che esse forniscono più un profitto. Sono il costo di merci o servizi, più un profitto necessario al continuare l'esistenza di tali imprese, più un profitto supplementare dovuto al mantenimento di prezzi alti artificialmente da parte di questo insieme di imprese che formano un monopolio(intendiamo il termine monopolio non nel senso di una sola impresa come talvolta viene utilizzato) .
Se l'offerta di una nuova impresa del settore è pari al prezzo di un terzo rispetto a quelli delle compagnie che formano il monopolio, ed anche la compagnie formanti il monopolio pareggiano un prezzo simile se il cliente passa ad acquistare dalla nuova impresa per non perdere porzioni del mercato, allora le imprese formanti il monopolio avevano un profitto supplementare dovuto al monopolio corrispondente ai due terzi di quanto pagato.
Questo è un esempio concreto di quanto spiegato un secolo fa da Lenin nel volume "L'imperialismo".
Questo è ciò che avviene nella stragrande maggioranza dei settori produttivi delle nazioni capitaliste, solo che ce ne si accorge concretamente raramente e solo con merci con cui abbiamo a che fare, e dunque si possono toccare con mano questi meccanismi, mentre nei restanti settori bisognerebbe avere accesso ad informazioni a cui è molto difficile accedere per un normale cittadino. Tantomeno ve ne parleranno televisioni, giornali, grandi testate telematioche, perché anch'esse formano un monopolio della pubblica informazione. Monopolio, quello dell'informazione, il cui scopo non è semplicemente l'ottenimento di un profitto supplementare ma anche garantire a coloro che finanziano queste grandi imprese informative, che non sono in nessun caso lavoratori ma sempre grossi capitalisti, il mantenimento dell'ordine che garantisce l'esistenza dei monopoli e dei profitti supplementari che vanno a pesare sulle tasche dei cittadini sotto forma di altri prezzi per gli alimentari, per il carburante, per le automobili, per l'elettricità, per i servizi telefonici, per i beni di consumo, e così via...
Il controllo monopolistico dell'informazione nelle mani della borghesia garantisce ad essa l'ordine borghese.
Credo sia questo il motivo principale per cui vengono lanciate campagne mediatiche contro l'informazione online, vengono montati ad arte improbabili complottisti nel web come i terrapiattisti, viene tacciato di "fake news" gran parte delle informazioni che sfuggono al monopolio della pubblica informazione, oppure facebook e twitter chiudono gli account di persone o organizzazioni non allineate con i pretesti più patetici.
L'informazione online non va' a sostituire il monopolio dell'informazione, però lo rende più complicato e costoso.
[ Nota di Meloni Marco: Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale e non ha carattere diffamante. ]
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