Alcuni compagni si scandalizzano per il messaggio di cordoglio della Cina per la morte di Romiti. Pretendono rispetto.
Ma se vogliamo cambiare qualcosa nei rapporti morali e di forza coi
borghesi italiani non è certo il rispetto dai cinesi che ci serve.
La Cina ha già ampiamente spiegato che non è sua intenzione esportare la
rivoluzione e dopo l'esperienza infruttuosa di questa strategia da
parte del socialismo novecentesco sarebbe ora che anche noi ci
rendessimo conto che i movimenti rivoluzionari devono contare sulle proprie forze.
Siamo rispettosi dei lavoratori italiani quando lavoriamo per
costruirne l'avanguardia, quando dedichiamo a questo tempo ed energie.
I cinesi sono stati colonizzati, non formalmente ma effettivamente, in
parte anche dall'Italia. I fascismo italiano sosteneva materialmente i
reazionari del Kuomintang quando il popolo cinese lottava per liberarsi e
fare la rivoluzione.
Non vengono a chiederci ne rispetto ne nulla
per ciò che l'imperialismo italiano ha loro inflitto. Anche loro sanno
che devono contare sulle loro forze.
La lezione da trarre è che contare sulle proprie forze è l'unica strada possibile per i popoli che vogliono liberarsi.
Ciò che ci stà dando la Cina, a noi ed al mondo, è la dimostrazione
pratica e concreta della superiorità del socialismo. Dovremo fare tesoro
di questo perché il There Is No Alternative con cui si giustificava il
capitalismo come unico sistema possibile è tornato ad essere ridicolo.
Non pretendiamo dal socialismo cinese, studiamolo.

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